mercoledì 1 luglio 2015

Cos’è la Personalità ?: A cura dell’Astrologa Rossana.
Generalmente con questo nome si intende quel complesso di caratteristiche per cui un uomo o una donna escono dall'anonimato, e si impongono all'attenzione dell’ambiente circostante per il modo in cui agiscono, si comportano, per quello che dicono, per come vestono. Tuttavia la personalità non coincide necessariamente con l’eccentricità. Nel mondo dello spettacolo non è raro il caso che
nell'aspirante divo si costruisca, a freddo, a tavolino, per opere di esperti, conoscitori del mercato e delle attese, consce e inconsce, del pubblico, una personalità clamorosa e la imponga all'interessato il quale, si adatta a portarla, sacrificandole il suo vero ( Io ) E’ qui abbiamo stramberie varie, un parlare curioso, un cocktail eterogeneo di diversità assortite che mira, a seconda della circostanze,
all'esplosivo o al colossale. Viene confezionata la maschera e applicata inesorabilmente al volto dell’uomo: il suo successo può esserci, e anche grande; tuttavia, col decadere dell’attenzione per quella maschera, il successo che ad essa era così strettamente e intenzionalmente legato, tramonta esso pure. La contraffazione, l’alterazione, non pagano, sulla lunga distanza, con il tempo il trucco si
scopre, l’imbroglio puzza. ( Persona ) è parola di origine etrusca, poi passata nella lingua latina. Il suo primo significato ( è singolare registrarlo ) vale ( maschera ) è dunque parola legata al gergo teatrale. C’è, così, la persona, tragica e la comica, quella del vecchio spilorcio, del giovane libertino. dello schiavo scaltro, della. flautista dal tumultuoso passato. L’uso della maschera risponde a varie
esigenze, prima delle quali quella di rendere immediatamente riconoscibile al pubblico quel tipo particolare di uomo o di donna sulla scena, in tipo fisso. Stabilita la maschera, si , si stabilivano anche automaticamente  il modo di fare, il linguaggio, le caratteristiche psicologiche principali. E’ curioso che in quel regno della finzione verità che è il nostro teatro, ora che le maschere sono state-
e da secoli- soppresse, spesso si guardi al volto di un attore o di una attrice come all’antica maschera. Si sente dire: che maschera espressiva, o al contrario, con quella maschera è adattissimo alla tragedia. Il modo di fare, di comportarsi di un soggetto, e soprattutto i sentimenti che traspaiono dal suo volto vengono percepiti come in sintonia, simpatica, o in contrasto con quelli di
determinati personaggi. Come la persona- maschera fosse l’uomo. E’ questo il cuore del problema. Se la maschera del divo viene costruita e imposta,  come un quid fasullo ma che si pensa conveniente per un certo periodo, e gli si dà una personalità che, quale che sia, certamente non gli appartiene, e che dunque, giustamente, col tempo cade, la personalità di cui parliamo noi, quella

autentica, non è altro che la rivelazione della maschera personale di ciascuno. La personalità falsa giunge all'esterno e mortifica la libertà del singolo, quella vera giunge dall'intimo dell’uomo ed esalta la sua libertà. E’ come ciascuno è, nel bene e nel male, simile ad altri, ma identico solo a se stesso, così ognuno ha la sua maschera inconfondibile, che la porta agevolmente, senza soffrirne ( al contrario ) dalla nascita alla morte. E’, ovviamente, il modo di parlare, camminare, sentire, ridere, soffrire.